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 Ognidiviensera

diretto e interpretato da Carla Carucci

Nascosta nel proprio laboratorio di sartoria, Lisetta lavora senza tregua alla realizzazione del proprio "infinibile" abito da sposa. Cuce e ricuce, intonando cupe cantilene, solitaria, eppure non realmente sola: gradualmente, infatti, tessuti e altri oggetti di scena, si animano, manovrati dalla stessa Lisetta, dando voce ai fantasmi interiori che la tormentano. Immedesimatasi nella Penelope omerica che attende il suo Ulisse, ne ricostruisce i tormenti, trascinando lo spettatore nel suo universo interiore, onirico e delirante.

Si compie così sulla scena un'autopsia del dolore, rivelando le pressanti richieste sociali di ignorare il lutto e rappresentando in chiave metaforica il processo non lineare di elaborazione della perdita, tra autoesclusione dalla mondanità, idealizzazione della persona scomparsa e, infine, accettazione.

Un abito di nozze infinito. Una sarta.

Un lutto complicato.

Il buio universale di un dolore.

Una favola nera, delicata e tragica, cinica e grottesca.

Un mondo surreale, fatto di carne e stoffa, che parla solamente in versi. 

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